Domenica 13 maggio 2012 a Roma, Marcia Nazionale per la Vita.
Dal 1978 sono stati uccisi in Italia prima della loro nascita circa 5 milioni di innocenti.
5 Milioni di persone per le quali non c’è più traccia ne ricordo.
La 194 sembra una legge accettata e tollerata nonostante Giovanni Paolo II scrisse:
le leggi che, con l’aborto e l’eutanasia, legittimano la soppressione diretta di esseri umani innocenti sono in totale e insanabile contraddizione con il diritto inviolabile alla vita proprio di tutti gli uomini.
Per molti quelle parole hanno ancora un significato ed un valore.
Sono per coloro che hanno già partecipato alla Prima Marcia Nazionale per la Vita 2011 a Desenzano. E questi dimostrano che un’altra Italia è possibile.
Dice il Prof. Noia.
Marciare e fare una marcia per la vita è un elemento di carattere sociale, di evidenza sociale, di condivisione di ideali che esprimono però un viraggio culturale verso quella che è una emergenza incredibile, cioè quella della cecità e della narcosi del cure.
Oggi non vediamo, non sentiamo la preziosità della vita umana.
L’aborto è per la donna un trauma, non una soluzione e per il bambino che porta in grembo equivale ad una condanna a morte.
Oggi, anche per affermare molte verità taciute, è importante marciare per la vita.