Reggio. Convegno sulla gravidanza tra desiderio e diritti – 05/12/2018
In caso di malattie congenite o di malformazioni la sola verità che bisogna affermare è che “eliminare” il bambino malato non significa eliminare la sofferenza della donna, della coppia, della famiglia. Questo dato non è un fatto religioso o di fede ma è esperienziale riferito dalle migliaia di donne che hanno impattato con questa triste scelta. Fonti laiche e scientifiche hanno evidenziato le gravi conseguenze fisiche e psichiche della scelta abortiva eugenetica, mentre si registra che si ha un minore impatto psicologico quando viene continuata con un decorso naturale la gravidanza anche in caso di bambini incompatibili con la vita extrauterina.
Possiamo quindi asserire con cognizione di causa che nell’esperienza umana non esistono “vite inutili”, perché anche la vita di un nascituro malformato è il frutto di un amore fra due persone che vivono il loro cammino esistenziale come un’esperienza utile e bella, ricca del variegato arcobaleno di sentimenti, passione e condivisione che ogni storia d’amore possiede in modo unico e irripetibile per ciascuna coppia. Il frutto di un amore «utile» non può mai definirsi «inutile»: bisogna rispettare il cammino e le scelte esistenziali di ognuno quando l’accoglienza di una vita terminale si verifica in quel terreno sacro in cui, per capire questa scelta, bisogna togliersi i sandali della superficialità e del giudizio affrettato.
L’accompagnamento dei bambini terminali risponde alla «cultura dello scarto», come l’ha chiamata il Papa, con l’evidenza scientifica e umana che quando un figlio è malato il suo essere figlio non dipende dall’età di cinque mesi di vita pre-natale o di un anno di vita post-natale: è sempre un figlio e i genitori lo curano o – se non possono – lo accompagnano fino alla morte naturale: lo amano, nel dolore, fino alla fine. Non si elimina la sofferenza eliminando il sofferente, ma si deve cercare di lenire la sofferenza amando il sofferente fino alla fine. L’aborto eugenetico (detto impropriamente terapeutico) vorrebbe eliminare la sofferenza, ma ne produce di più. E la letteratura scientifica degli ultimi vent’anni mostra le gravi conseguenze depressive che impattano sulla salute psicologica della donna e della famiglia con costi economici per tutta la società civile.
Questi sono i temi che verranno analizzati nel convegno che si svolgerà venerdi’ 07 dicembre 2018 intitolato: “La gravidanza tra desiderio e diritti” dove parleranno dal il punto di vista giuridico legale il Prof. Daniele M. Cananzi, associato di filosofia del diritto – Università Mediterranea RC e dal punto di vista medico scientifico il Prof. Giuseppe Noia Direttore dell’ Hospice Perinatale – Centro Cure Palliative Prenatali, “Santa Madre Teresa di Calcutta”- Policlinico Gemelli di Roma e Presidente Fondazione Il Cuore in una Goccia Onlus – Presidente A.I.G.O.C.
Per visualizzare l’articolo seguire il link qui sotto
http://www.avveniredicalabria.it/4644/reggio_convegno_sulla_gravidanza_tra_desiderio_e_diritti.html